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La Verna - spiritualità - arte - natura nel luogo dell'Appennino toscano prediletto da San Francesco |
La Verna Spiritualità, arte, natura: chi voglia parlare de La Verna non può prescindere da questi tre aspetti tanto interrelati fra loro che questo luogo ne risulta caratterizzato in maniera unica. Certamente la spiritualità è l’impronta più potente da quando S. Francesco, dopo la donazione del Monte della Verna da parte del Conte Orlando da Chiusi nel 1213, ha eletto questa solitudine impervia a luogo di penitenza e di contemplazione. Qui nel 1224 da Dio ebbe " l’ultimo sigillo che le sue membra due anni portarno " (Dante, Par.XI. Una delle più famose cappelline francescane, quella delle Stimmate, alla fine di un lungo corridoio, conserva ancora la roccia del miracolo e, poco più lontano, dentro un’umida grotta, una pietra di non grandi dimensioni è venerata come il letto del Santo. Certamente anche prima di Francesco il ruvido monte con i suoi massi inaccessibili, gli anfratti e la fitta foresta che accompagna fino alla cima della " Penna ", non può non avere ispirato al solitario viandante o al contadino della vallata una impressione di mistero e di tremore, che Francesco ha sciolto nella sua fiduciosa e umile venerazione a Dio. L’arte qui è tutta un richiamo a questa spiritualità : dalle serene linee toscane della Basilica quattrocentesca alle purissime terrecotte robbiane dell’Annunciazione e della Natività, poste ai lati del transetto della Chiesa, le più famose tra quelle presenti, alla musica del famoso organo, che ha fatto della Verna un centro privilegiato per i concerti estivi. Tutto il monte, rigoglioso della vegetazione che ha reso famose le foreste casentinesi, è un santuario: per la sacralità del luogo e per l’imponente natura celebrata da Francesco, ed anche per il segno, evidente nelle frequenti cappelle, lasciato da lui e dai suoi seguaci che hanno esercitato in eremitaggio la loro santità. E’ disseminato di sentieri per il piacere di chi vuole un contatto con l’ambiente, silenzioso, imprevedibile negli scorci panoramici, inquietante in certi punti, come nell’ " orrido " del Sasso Spicco, un enorme masso appoggiato solo per uno spigolo alla roccia.Tuttavia il pellegrino o chi è in cerca di silenzio o i gruppi che si riuniscono per confrontarsi non mancano di conforto nell’imponente convento o nelle strutture esterne della foresteria che, senza nulla togliere alla solitudine e alla suggestione del luogo, hanno reso questo Santuario un centro moderno di richiamo e d’accoglienza.
Scheda curata da Giuliana Maggini |
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